Inizia la celebrazione della Liturgia della Parola
Un’importante novità sta avvenendo nella nostra Comunità Pastorale: da lunedì 20 novembre inizieremo la celebrazione della Liturgia della Parola, nei giorni feriali, ogni giorno in una delle cinque parrocchie della nostra comunità pastorale, secondo il calendario stabilito. Il motivo è presto detto: da qualche decennio il numero dei preti diminuisce e diminuisce in proporzione il numero delle messe celebrate. Lo sanno bene quei fedeli che erano abituati ad andare a messa la domenica nella propria parrocchia, in un determinato orario, e quando la “loro” messa è stata sospesa, si sono dovuti organizzare per partecipare alla messa in un altro orario, in qualche caso in un’altra parrocchia. Sono cambiamenti faticosi, come tutti i cambiamenti, ma vale la pena ricordare che non sono frutto di una scelta, ma dell’impossibilità di continuare a celebrare lo stesso numero di messe, perché il numero dei preti continua a diminuire.
Quando sono stato nominato parroco nel 2015 eravamo 7 preti a servizio di questa comunità pastorale. Sono passati 8 anni e ora siamo in 5: don Raffaele, don Davide, don Giuseppe, don Marco e don Michele, che ha l’incarico di cappellano dell’ospedale del ponte, non è vicario della comunità pastorale, ma al bisogno è disponibile ad aiutarci. È facile prevedere che nei prossimi anni assisteremo a una ulteriore diminuzione dei preti. Basti considerare che le proiezioni statistiche più realistiche (tralasciamo quelle più ottimistiche e più pessimistiche) ci dicono che fra 10/15 anni nella nostra comunità pastorale i sacerdoti presenti saranno molto probabilmente solo 3: il parroco, un vicario (facilmente con più di 75 anni), un prete giovane presente part-time, che non necessariamente abiterà nella nostra comunità e che si dovrà occupare della pastorale giovanile di almeno 2 o 3 comunità pastorali (cfr. “Un popolo e i suoi presbiteri. La Chiesa di Milano di fronte alla diminuzione dei suoi preti”, p 58. Ci si riferisce al decanato di Varese, ma possiamo rapportare i numeri anche alla nostra comunità pastorale)
Non vogliamo però che l’introduzione della liturgia della Parola sia vissuta come un impoverimento, come segno di una Chiesa sempre meno presente nella vita delle persone. Al contrario, si vuole dare la possibilità di continuare ad assicurare un momento di preghiera comunitario quotidiano in tutte le parrocchie della nostra comunità. La Liturgia della Parola è guidata da laici formati, riprende i momenti fondamentali della messa (liturgia della Parola e liturgia Eucaristica) senza però la consacrazione, che è riservata ai sacerdoti. I laici, infatti, non sono chiamati a “supplire” alla mancanza dei sacerdoti, perché la prima missione dei laici, in virtù del “sacerdozio comune”, è la testimonianza cristiana nel mondo. Però i laici non sono chiamati solo ai ruoli più pratici di cui ha bisogno una parrocchia, come i compiti amministrativi o di segreteria, come l’organizzazione della carità o delle feste, ma sono chiamati anche a essere corresponsabili dell’evangelizzazione. Di fatto già oggi i laici guidano momenti di preghiera comunitaria in parrocchia, come il rosario o la liturgia delle ore, oppure in famiglia, come il genitore che insegna ai figli a pregare. Allo stesso modo un laico può guidare la preghiera della liturgia della Parola e distribuire la comunione eucaristica.
Non dobbiamo limitare l’accesso alla comunione eucaristica alla presenza del sacerdote, altrimenti rimarrebbero senza comunione eucaristica tutte le persone, soprattutto anziane, che non possono spostarsi per andare a messa in un’altra parrocchia. Come sanno bene tutte le persone malate, che per diversi motivi non possono andare in chiesa, e già oggi ricevono a casa la comunione, grazie a laici che sono diventati ministri straordinari della comunione eucaristica.
L’introduzione della Liturgia della Parola non è un passo indietro ma un passo in avanti, verso un futuro in cui le nostre comunità cristiane avranno sempre più bisogno di valorizzare i carismi che lo Spirito Santo dona a tutti, sacerdoti e laici, per non far mai mancare la preghiera e i sacramenti, segno visibile della presenza dell’amore di Gesù nelle nostre comunità.
don Marco Casale